100 anni dal Terremoto di Messina

Anche se con ritardo, ho voluto dedicare una piccola parte a ciò che è successo 100 anni fa nella nostra città.

Le 5,21 del 28 dicembre 1908:

“fu in quel momento che dalle viscere della terra salì un rombo. Inizialmente simile a un gorgogliare profondo, come se qualcosa ribollisse nella pancia buia del pianeta, per poi risalire potente e veloce, fino a esplodere in un boato che spaccava timpani e anime, che trasformava la vita in qualcosa di oscuro e di sconosciuto. Che spazzava via dagli occhi il presente senza sostituirlo con nient’altro. Il mondo dopo non sarebbe stato più lo stesso”.

37 lunghi secondi per distruggere Messina e buona parte di Reggio Calabria.
I sismografi per la prima volta nella storia registravano un evento così devastante, 7,1° grado della scala Richter, 11- 12° gradi scala Mercalli.
A seguire un devastante maremoto con ondata da 6 m a 12 m di altezza.
Messina, che all’epoca contava circa 140.000 abitanti, ne perse circa 80.000 e Reggio Calabria registrò circa 15.000 morti su una popolazione di 45.000 abitanti. Ma questa stima non è mai stata confermata.

Ogni anno viviamo questo evento e lo ricordiamo, ma quest'anno, visto il centenario, sono venuti alla luce fatti ed eventi mai sentiti fino ad ora.
Il telegramma del Re Vittorio Emanuele III inviò al capo del Governo Giolitti, dopo essersi recato a Messina: "Qui c'è strage, fuoco e sangue. Spedite navi, navi, navi e navi."
E ancora la profezia nel Monastero di Montevergine a Messina: il sogno di un'educanda su un terremoto che avrebbe distrutto Messina, la visione della città avvolta dal fumo, tre fortissimi e misteriosi rintocchi di campana.

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